I TUMORI DELLA CUTE

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I TUMORI DELLA CUTE

I tumori cutanei rappresentano attualmente il 20% di tutte le neoplasie maligne. Vengono trattati generalmente mediante chirurgia ambulatoriale in anestesia locale con successivo esame istologico. I tumori cutanei maligni sono rappresentati principalmente dal melanoma , a origine melanocitaria ,  che ha visto aumentare la propria incidenza e purtroppo mortalità negli ultimi anni. I carcinogeni ambientali , virali ed infettivi sono i maggiori responsabili dell’aumento della diffusione dei carcinomi cutanei che sono tumori ad origine epiteliale. Fra i fattori favorenti sembrano trovare importanza i fluorocarboni e gli ossidi di nitrogeno che potenziano l’irradiazione ultravioletta mediante deplezione dello strato di ozono. Questi tipi di tumore beneficiano di una mortalità di gran lunga inferiore rispetto ai melanomi che si attesta inferiore all’ 1%. In tutte e due i casi il miglior risultato sarà condizionato positivamente dalla precocità del trattamento. I tumori cutanei si dividono in maligni e benigni:

TUMORI CUTANEI BENIGNI

NEVO

I nevi sono caratterizzati da una proliferazione benigna di cellule cutanee.

LIPOMA

I lipomi sono tumori benigni caratterizzati da proliferazione del tessuto adiposo normalmente sottocutaneo ( ma può colpire anche sedi differenti).

CISTI SEBACEA

Le cisti sebacee sono delle formazioni caratterizzate dall’accumulo di cheratina ed altri prodotti di secrezione. Non si possono definire dei tumori  e si manifestano come delle tumefazioni cutanee caratterizzate da un orifizio esterno. Aumentando di volume possono evolvere in suppurazione.

CHERATOSI SEBORROICA

La cheratosi seborroica è una lesione cutanea benigna  ,  rilevata , tipica dell’età matura a predisposizione genetica che predilige zone come volto , capo , collo , tronco e mani.

CHERATOACANTOMA

Il cheratoacantoma è una lesione nodulare benigna , di dimensioni variabili con depressione a cratere centrale. Generalmente ha un’evoluzione verso l’autorisoluzione , negli altri casi è indicata l’ asportazione chirurgica.

FIBROMA MOLLE

Il fibroma molle è una lesione benigna peduncolata che colpisce preferenzialmente il collo  e le pieghe ascellari e inguinali.

TUMORI CUTANEI MALIGNI

MELANOMA CUTANEO

Il melanoma cutaneo è un tumore maligno che origina dai melanociti. Negli ultimi anni i casi registrati sono in continuo aumento e si è evidenziata un’ereditarietà famigliare. La prevenzione mediante visite specialistiche dermatologiche e un intervento tempestivo hanno fatto in modo di mantenere stabile la mortalità nonostante l’aumento dei casi .

CARCINOMA BASOCELLULARE (BASALIOMA)

IL basalioma è un tumore a malignità locale che solo raramente da metastasi. Le cellule somigliano a quelle dello strato basale dell’epidermide ed è il tumore maligno più comune. Colpisce prevalentemente persone esposte a radiazioni solari e predilige zone come volto , collo e tronco. Il trattamento si basa sull’asportazione chirurgica e garantisce generalmente la guarigione.

CARCINOMA SPINOCELLULARE

Il carcinoma spinocellulare ha una frequenza inferiore rispetto al basocellulare ma a differenza di quest’ultimo può dare metastasi nel 20% dei casi. Insorge generalmente in età avanzata , dopo prolungata esposizione al sole , su lesioni precancerose. ( leucoplachia , cheratosi attinica). Generalmente si manifesta come una nodulazione ulcerata al centro.

MORBO DI PAGET

Il morbo di Paget è un carcinoma della cute che si sviluppa preferenzialmente nell’areola mammaria ,  nella regione perianale e nelle ascelle. Se non trattato progredisce verso il carcinoma invasivo e si associa frequentemente a adenocarcinoma mammario.

MALATTIA DI BOWEN

La malattia di Bowen è un carcinoma intraepidemico cutaneo non invasivo. Si presenta come area desquamata a margini irregolari che può evolvere se non trattata verso la forma invasiva il cancro di Bowen.

MORBO DI KAPOSI

Il morbo di Kaposi è un tumore di origine vascolare localizzato generalmente alla cute anche se puo colpire anche mucose o visceri. Si manifesta mediante delle formazioni nodulari di colorito violaceo. Se ne riconoscono varie forme fra cui una legata a immunodepressione , motivo per cui è una lesione caratteristica in corso di infezione da HIV.

TUMORI MESENCHIMALI

Il più comune tumore mesenchimale maligno è il dermatofibrosarcoma di Darier caratterizzato da una particolare aggressività locale. Si presenta come una lesione nodulare dura localizzata generalmente al tronco. Il trattamento è chirurgico mediante un’ampia escissione.

LINFOMA CUTANEO

Il linfoma cutaneo è un tumore caratterizzato da una proliferazione di cellule linfoidi a insorgenza cutanea. Il trattamento è sempre chirurgico mediante asportazione della lesione e esame istologico , successivamente si eseguirà uno specifico iter clinico per definire la patologia.   Tutte le neoplasie cutanee , sia quelle benigne che le maligne vengono generalmente trattate chirurgicamente in anestesia locale con buoni risultati.                

IL FRITTO CHE FA MALE: COME E PERCHE’

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IL FRITTO CHE FA MALE: COME E PERCHE’

di Vladimiro Colombi

E’ praticamente di dominio pubblico che un’alimentazione ricca di alimenti fritti è pericolosa per la salute. La frittura (e piu’ in generale tutte le cotture ad elevate temperature)  inducono la produzione di dei cosiddetti “Age”, sostanze in grado di favorire l’infiammazione , la resistenza insulinica e l’invecchiamento del corpo. Alcuni studi recenti però stanno evidenziando anche come queste pericolose molecole siano in grado di compromettere i meccanismi fisiologici delle sirtuine, una famiglia di proteine la cui attività enzimatica è implicata nei fenomeni relativi all’invecchiamento, ai meccanismi di regolazione di vita e di morte delle cellule (apoptosi) ma anche la resistenza allo stress. Scoperte nel 1991 negli Stati Uniti da Leonard Guarente, sono oggi uno dei target di studio e di ricerca importanti per le farmaceutiche e le aziende che si occupano di integratori alimentari, perché riuscire a modulare la produzione e in funzionamento di queste sostanze potrebbe essere un elemento fondamentale per interferire con l’invecchiamento umano. Ebbene alcuni studi recenti dicevamo hanno evidenziato come queste pericolose molecole (Age, i prodotti della glicazione avanzata) siano in grado di interferire negativamente con il metablismo delle sirtuine inibendone l’attività.
carotide

TRATTAMENTO DELLE LESIONI CAROTIDEE ASINTOMATICHE

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TRATTAMENTO DELLE LESIONI CAROTIDEE ASINTOMATICHE Il problema delle placche carotidee , che ai giorni nostri vista la maggior informazione sulla prevenzione ( mediante ecocolordoppler TSA) si riscontrano molto più frequentemente rispetto al passato , non è solo di tipo diagnostico ma prevalentemente terapeutico. Molto frequentemente ci troviamo di fronte a pazienti portatori di placche carotidee ma completamente asintomatici , è qui che la scelta dell’opzione terapeutica potrà portare benefici non nell’immediato ma nel futuro. Dopo la cardiopatia ischemica e il cancro , la prima causa di morte accertata è lo stroke. Per stroke o ictus (sin. apoplessia , attacco apoplettico , colpo apoplettico),  si intende un evento vascolare cerebrale patologico, con conseguente perturbazione acuta della funzionalità encefalica, focale o generalizzata. Per lesione carotidea asintomatica si intende una placca carotidea che non abbia causato disturbi neurologici , la diagnosi viene fatta mediante ecocolordoppler TSA , angio RM TSA o Angio TAC TSA. Ai giorni nostri , in cui lo stile di vita è notevolmente cambiato rispetto al passato , è opportuno sottoporsi , anche in assenza dei fattori di rischio che vedremo di seguito , ad un ecocolordoppler TSA ( Tronchi sovra aortici) verso i 35 aa. Successivamente a seconda del referto  e dei fattori di rischio individuali si potrà programmare o una terapia curativa , una terapia preventiva , l’esecuzione di ulteriori esami diagnostici o un cambiamento dei fattori di rischio modificabili. I principali fattori di rischio per cui è utile sottoporsi ad un esame TSA sono: Ipertensione , obesità , famigliarità , dislipedimie , diabete , fumo di sigaretta , sedentarietà. In corso di esame ecografico si è dimostrato che le caratteristiche della placca carotidea che espongono maggiormente ad ictus siano : la percentuale di stenosi , la morfologia ( max se presenza di ulcere o disomogeneità interne). Fino a pochi anni fa l’unico criterio che definiva un trattamento medico o chirurgico era il grado di stenosi che doveva essere superiore al 75% per dover intervenire con un ‘operazione sulla lesione. Ad oggi come già precedentemente accennato si valutano altri criteri quali la morfologia della e quindi la presenza di escavazioni , assottigliamento del cappuccio fibroso , ecogenicità. Alcuni autori associano il rischio emboligeno alla presenza di microemboli , unicamente valutabili mediante un doppler transcranico. In presenza di una placca e di un paziente con determinate caratteristiche , una volta modificati i fattori di rischio , la prevenzione si attua mediante l’uso di antiaggreganti ( ASA o clopidogrel). L’uso degli ASA è tutt’ora controverso e recenti nuovi pareri propendono per una maggior efficacia del Clopidogrel. In generale i criteri per selezionare pazienti ad alto rischio sono : progressione della stenosi nel tempo , anamnesi con episodi di ictus o TIA , emorragie intraplacca , instabilità della lesione. Dal punto di vista chirurgico si può dire che una lesione che non superi il 60% di stenosi senza presentare particolari caratteristiche morfologiche della placca debba essere trattata unicamente con una terapia farmcologica. Per definire quando una placca necessiti di un trattamento chirurgico la variabili da considerare sono essenzialmente 3 : il paziente , la placca , il tipo di intervento. Il Paziente: i risultati migliori si hanno con pazienti di sesso maschile giovani( 50/60 aa) che presentino lesioni in evoluzione nonostante la terapia farmacologica e la modifica delle abitudini di vita non idonee. Ricordiamo sempre che il 30/40% delle lesioni carotidee si associa a lesioni coronariche , che andrebbero comunque trattate. Da notare che la lesione carotidea va sempre trattata in modo prioritario rispetto ad altri interventi la cui buona riuscita sarebbe negativamente condizionata dalla presenza della placca. La placca: E’ ormai assodato che non si trattano (tranne particolarissimi casi) chirurgicamente placche con stenosi inferiori al 60%. La diagnostica moderna riesce pero a definire quando una placca sia vulnerabile e quindi pericolosa anche in assenza di un quadro neurologico chiaro. Le caratteristiche della placca sono quelle già menzionate in precedenza : localizzazione , estensione , ecogenicità , superficie , aderenza alla parete vasale e presenza di neovascolarizzazione. L’intervento: Generalmente lo stenting ( dilatatore da porre in corrispondenza della placca con metodica endovasale) è da utilizzarsi unicamnete quando la procedura aperta ( endoarteriectomia carotidea) non sia effettuabile per il rischio  di complicanze. L’endoarteriectomia carotidea è un intervento eseguibile in anestesia locale che non compromette minimamente le capacità cardio/respiratorie/renali del paziente. Le contrindicazioni sono invece rappresentate da stenosi distali , lesioni controlaterali di nervi cranici , collo non in condizioni ottimali per l’intervento ( pregresse patologie o operazioni chirurgiche) , irradiazioni cervicali , infezioni , condizioni morfologiche particolari. Concludendo si può  dire che l’ecocolordoppler TSA è un esame non invasivo e consigliabile dai 35 aa di età. In caso di riscontro di una placca per definire una strategia terapeutica sia questa medica , di modifica dello stile di vita o chirurgica oltre all’importanza della placca in se con tutte le sue caratteristiche , riveste ulteriore interesse lo stato del paziente e le sue abitudini.

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