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SONDAGGIO 14: L’IMPORTANZA DEL TRATTAMENTO DELLE VARICI DEGLI ARTI INFERIORI.

Scritto da Orsolini on . Postato in SONDAGGI

[yop_poll id=”23″] Le varici sono una dilatazione delle vene degli arti inferiori che diventano tortuose e allungate. Normalmente la causa della patologia , su base ereditaria ,  è un’insufficienza della valvola situata al passaggio fra circolo venoso superficiale (principalmente  grande e piccola safena) e profondo ( principalmente vena femorale comune o poplitea). La malattia NON ha assolutamente valenza solo estetica e la sintomatologia ( il fatto che le vene facciano male) NON ha alcuna correlazione con la gravità della condizione e con la necessità ad instaurare un trattamento. NON è assolutamente vero che le vene varicose non debbano essere trattate perché in futuro si ripresenteranno. Infatti questa patologia è ereditaria e il trattamento mira principalmente a togliere il rischio di una trombosi che inizialmente sarebbe superficiale ( varicotromboflebite ) e successivamente potrebbe estendersi al circolo profondo ( trombosi venosa profonda TVP). Pertanto il trattamento  va effettuato per eliminare questo rischio , il risultato estetico raggiunto andrà poi mantenuto mediante controlli annuali in periodi prefissati. I trattamenti ad oggi disponibili sono molteplici  ,  mini invasivi , e spaziano dalla scleroterapia normale e con mousse a interventi chirurgici in anestesia locale con dimissione precoce.

LA SCLEROTERAPIA FRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE

Scritto da Orsolini on . Postato in BLOG

LA SCLEROTERAPIA FRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE

La continua ricerca di innovazioni nella pratica della scleroterapia conferma l’insoddisfazione di molti specialisti riguardo a questa pratica. Esistono numerosi prodotti per la scleroterapia , ma i professionisti che la praticano da anni si affidano normalmente ad un unico farmaco , in diverse concentrazioni, di cui hanno grande esperienza. La scleroterapia , usata oggi in campo vascolare quasi unicamente per il trattamento  delle varicosità minori e dei “capillari antiestetici” degli arti inferiori , nasce nel 1851 per gli aneurismi arteriosi. In campo venoso l’obbiettivo è quello di obliterare il vaso e trasformarlo inizialmente in un cordone fibroso. I prodotti più usati sono stati inizialmente il tetradecilsolfato di sodio e successivamente il polidocanolo che sembra offrire le minori reazioni allergiche associate a un buon risultato. Attualmente si usa una miscela di aria e liquido sclerosante cosi da formare una mousse che sembra avere alcuni vantaggi rispetto al metodo tradizionale. L’efficacia del principio si basa essenzialmente sulla distruzione della membrana cellulare endoteliale per mezzo dell’aggregazione in micelle e successiva sostituzione alle proteine che la formano in assenza di emolisi e coagulazione intravascolare. Inizialmente la schiuma si ricavava mediante la depressione che veniva a crearsi in una siringa in vetro con con cono obliterato  mantenendo una trazione lenta ma costante.  Questa tecnica in Italia non ha trovato gran sviluppo a causa della difficile reperibilità di siringhe in vetro e della loro sterilizzazione in ambito ambulatoriale. Nel 1999 mediante il metodo Tessari si riusciva ad ottenere una schiuma stabile per alcuni minuti e riproducibile. Si basa sulla miscela di aria sterile e farmaco mediante due siringhe di plastica nel rapporto di 4/1. I principali vantaggi della schiuma rispetto al metodo tradizionale sono: 1 Maggiore adesività alla parete venosa 2 Maggiore contatto con l’endotelio ( strato più interno della parete ) venoso 3 Minore diffusione ematica a causa della compattezza del preparato 4 Per le sue caratteristiche la progressione della mousse può essere seguita ecograficamente Venendo meno le caratteristiche di concentrazione , calibro e effetti a distanza premesso che il preparato venga somministrato in sede endovasale gli effetti dovrebbero essere doppi rispetto alla scleroterapia tradizionale. L’indicazione alla scleromousse è l’obliterazione di vasi di medio/piccolo calibro anche in corso di finissage di un intervento chirurgico di varici o in alcuni casi di recidive da angiogenesi crurale. Meno efficaci si sono invece dimostrate nel trattamento di alcuni casi di teleangectasie dove la metodica tradizionale si dimostra ancora superiore.

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